Rinaldo Degradi - Scultore

Rinaldo Degradi

Rinaldo Degradi nasce a Milano nel 1940.
Dopo il conseguimento del diploma di perito industriale nell’anno 1962 inizia una coinvolgente avventura esistenziale procedendo al recupero di un retroterra formativo e culturale in campo artistico.
Frequenta corsi di scultura con Tina Jacob presso il Gruppo Artistico Rosetum e all’UNI 3 con la scultrice Anna Blasi.

Nascono le prime sculture denotanti una crescente maestria e coscienza autocritica in principio di carattere eminentemente figurativo.

Si iscrive al Liceo Artistico che abbandona di li a poco perché la professione lo porta lontano da Milano.

Nel nucleo delle opere plastiche realizzate in argilla si innesta il bronzo.
Con le prime fusioni ha modo di frequentare le fonderie dove conosce e collabora con artisti e valenti artigiani.
Dopo l’incontro con lo scultore Carlo Previstali sperimenta la tecnica RAKU dagli esiti affascinanti e piena di sorprese.
Nel periodo più recente, ricuperando esperienze vissute in precedenza con realizzazioni di orientamento semiastratto, Degradi si è votato con consapevole entusiasmo alla scultura astratta generando lavori in acciaio inossidabile, ghisa, ferro, plastica.
In tali lavori è risultata utile la dimestichezza e la perizia nel maneggiare lastre e tubi metallici,nello stabilire punti di giunzione con perni o saldature preventivamente studiati a tavolino su fogli cartacei o visualizzazioni digitali visti gli studi a suo tempo compiuti e la pluriennale esperienza nella messa a punto progettuale di strutture metalliche e di macchine di sollevamento.

Libertà creativa che intensifica e dirige l’ardore di una tensione ideale verso il conseguimento concreto di declinati equilibri proporzionali dove la sezione aurea regna sovrana,mentre le superfici metalliche vibrano grazie a sapienti corrosioni,sabbiature e apporti trasparenti di colore.

Tecniche e Stili

Le masse plastiche e la forma pura sono gli ingredienti del lavoro di Degradi, che dunque al primo impatto sempre suggeriscono una completa astrazione da riferimenti naturalistici o psicologici nei confronti della realtà. Eppure, a ben guardare, a rileggere la sua ormai lunga vicenda plastica, condita da una affascinante competenza tecnico-manuale (saldature, fusioni, patine, verniciature e quant’altro, sempre di inesauribile ricerca), si può leggere sotto le tappe della sua operosità e in ognuna delle sue sculture un rapporto meditato e assorto con le circostanze della realtà e delle sue sembianze naturali, per quanto appena accennato, dilatato, metaforizzato esso sia. Certo, la forma qui si fa emblema più che rappresentazione o racconto. E tale emblema, appunto nella sua emblematicità, nel suo simbolismo, è squisitamente autoreferenziale, vivendo di propri valori assoluti. Eppure il mondo sensibile, le sembianze della natura e dei sentimenti, sempre comunque riemergono, e lo fanno in dimensione di sintesi e rastremazione, di essenzializzazione, come se la natura e la vita fossero un segno che comunque non può che riapparire dalla calma torsione del metallo, dal ritmo dei vuoti e dei pieni, dalle curvature plastiche delle composizioni. C’è come una sorta di narrazione del veduto (sembianze organiche, geometrie sinuose di fogliami, mimesi embricate di panorami urbani) che evoca una suggestiva ricetta espressiva, una sintesi tra forme e sentimenti di limpida presenza. È quello che chiamerei il “valore” aggiunto della sua scultura. [testo di Giorgio Seveso]

Mostre

Dal 2014 ho aderito a molteplici attività culturali e artistiche promosse dall’ampia rete dell’Associazionismo milanese partecipando a mostre ed esposizioni collettive di giovani artisti.